Consigli di lettura
Ovvero quei libri che vanno bene per tutti.
Libri che, a prescindere dai vostri gusti e delle vostre attitudini, vi piaceranno!
È vero, rientrano nella classifica dei miei libri preferiti ma il consiglio è del tutto spassionato!
Davvero, penso che, difficilmente, queste letture possano non piacere.
0 (bonus)- Un grande classico per i più piccoli ma non solo
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Il piccolo principe
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Pubblicato nel 1943, il Piccolo Principe è una lettura doverosa che ad ogni età del lettore, regala sensazioni e riflessioni diverse.
Consiglio scontato e quindi bonus. Chi l'ha già letto, chi ne ha sentito parlare fino alla nausea e a chi è già stato consigliato fin troppe volte.
In ogni caso la lettura porta via così poco tempo che non ci sono scuse per non gustarselo.
Consiglio scontato e quindi bonus. Chi l'ha già letto, chi ne ha sentito parlare fino alla nausea e a chi è già stato consigliato fin troppe volte.
In ogni caso la lettura porta via così poco tempo che non ci sono scuse per non gustarselo.
1- Un'intrera serie che è troppo giovane per essere un classico ma che, non ho dubbi, lo diventerà.
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Harry Potter e la pietra filosofale
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La Rowling ha pensato questa serie per i bambini che si trasfomano poi in ragazzini, ragazzi e adolescenti. Ma questo non vi deve far credere che non possano essere apprezzati anche da un pubblico adulto!
2- Un super classico di formazione per adolescenti.
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Il giovane Holden
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Io a questa lettura sono arrivata tardi. Al liceo nessuno me l'ha consigliato, non ne avevo mai sentito parlare e così non l'ho letto.
Ci sono incappata qualche anno dopo e l'ho semplicemente adorato!
Credo che abbia il potere di far sentire un adolescente compreso e meno solo. In quella fase della vita in cui sembra che per te, un posto nel mondo non ci sia, Holden diventa un tuo amico. In quel periodo in cui, tra genitori e insegnanti, nessuno pare capirti, Holden ti fa sentire meno solo.
Ma queste sono sensazioni che provano solo i ragazzi? Con l'età adulta passa tutto?
Sarebbe bello, ma non mi pare proprio sia così.
E allora perché non leggere Holden?
Ci sembrerà forse un ragazzino, lo sentiremo un po' distante, forse ci farà un pochino anche irritare ma non per questo gusteremo meno questa pagine.
3- Lasciamo Holden agli Americani.
Ci sono incappata qualche anno dopo e l'ho semplicemente adorato!
Credo che abbia il potere di far sentire un adolescente compreso e meno solo. In quella fase della vita in cui sembra che per te, un posto nel mondo non ci sia, Holden diventa un tuo amico. In quel periodo in cui, tra genitori e insegnanti, nessuno pare capirti, Holden ti fa sentire meno solo.
Ma queste sono sensazioni che provano solo i ragazzi? Con l'età adulta passa tutto?
Sarebbe bello, ma non mi pare proprio sia così.
E allora perché non leggere Holden?
Ci sembrerà forse un ragazzino, lo sentiremo un po' distante, forse ci farà un pochino anche irritare ma non per questo gusteremo meno questa pagine.
3- Lasciamo Holden agli Americani.
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Jack Frusciante è uscito dal gruppo
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Perché mi ricollego ad Holden?
Perché è stato proprio questo libro a "consigliarmelo" e mi ha consigliato anche il Piccolo Principe. Questi due classici sono infatti citati (forse fin troppo) in questo breve libro.
Più volte ho sentito Holden paragonato ad Alex ma, secondo me, l'unica cosa che hanno in comune è l'età. Io collego questi due libri perché uno mi ha portata all'altro ma non li trovo "a fotocopia".
Credo invece che un ragazzo italiano amerà più Alex di Holden perché ci si identifica meglio, per ambientazione e per linguaggio. È il linguaggio, tanto criticato, di questo romanzo che mi ha, all'epoca, catturata. Nell'età in cui ti propondono Dante e Manzoni (che proprio a quell'età ti fanno più schifo!) arriva Brizzi e ti fa scoprire che la letteratura può rispecchiarti molto più di quanto credevi.
4- Adolescente e adulto contemporaneo: Questo è il libro di formazione!!Perché è stato proprio questo libro a "consigliarmelo" e mi ha consigliato anche il Piccolo Principe. Questi due classici sono infatti citati (forse fin troppo) in questo breve libro.
Più volte ho sentito Holden paragonato ad Alex ma, secondo me, l'unica cosa che hanno in comune è l'età. Io collego questi due libri perché uno mi ha portata all'altro ma non li trovo "a fotocopia".
Credo invece che un ragazzo italiano amerà più Alex di Holden perché ci si identifica meglio, per ambientazione e per linguaggio. È il linguaggio, tanto criticato, di questo romanzo che mi ha, all'epoca, catturata. Nell'età in cui ti propondono Dante e Manzoni (che proprio a quell'età ti fanno più schifo!) arriva Brizzi e ti fa scoprire che la letteratura può rispecchiarti molto più di quanto credevi.
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Bianca come il latte, rossa come il sangue
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Sopra i 16 anni, io spero, che il lettore veda oltre a quello che vede un ragazzo.
Questo libro non è una storiella d'amore tra due ragazzi!
Questo libro non è una storiella del liceo!
Questo libro non è la solita storia piagnucolosa in cui lei è malata!
Questo libro è una bandiera di speranza per il nostro paese!
Il nostro bel paese sta andando un po' a rotoli e l'istruzione rotola più veloce di lui.
Ma c'è un insegnante che ha scritto questo breve libro in cui questo ragazzo sfigato del liceo si innamora di una ragazza gravemente malata.
Leo non è il solo protagonista di questa storia.
Il prof. è stato per me il protagonista di questa storia!
Cancellate i contorni e concentratevi su di lui.
Io credo che se un insegnate (D'Avenia) ha creato un personaggio (il Prof.) con queste caratteristiche, almeno un po', almeno in parte, ci debba assomigliare.
Ed è esattamente questo che può darci speranza: che ci sia, ad oggi, in tutta Italia, anche solo un insegnante come lui.
Bianca come il latte, rossa come il sangue by Alessandro D'Avenia
My rating: 5 of 5 stars
Quando finisco un libro, se non mi è piaciuto per niente vado a leggere i commenti da 5*, se mi è piaciuto molto vado a leggere quelli da 1*.
L'ho fatto anche in questo caso, in particolare in questo caso. Prima di leggerlo ho sentito tanto opinioni contrastanti: È stupendo! Fa schifo! E tocca temi importanti. Molto importanti.
Posso dire che quando, durante la lettura, ho scoperto che lei si ammala di leucemia ho pensato: che palle! Sempre quello! Sarà la milionesima storia dove lei si ammala di leucemia!
Un peccato, il libro mi stava piacendo un sacco..
Supero lo scoglio, vado avanti.
Ora, si potrebbe dire che la malattia di lei è trattata con superficialità. Mi sta bene. Sono duecento pagine di libro, di certo non ci si sofferma più di tanto. Volevate un trattato di medicina? Sono sicura che lo possiate tranquillamente trovare.
Un ragazzo di sedici anni che non è il ragazzo della ragazza in questione, che non è neppure un suo amico e nemmeno un compagno di classe ma solo un compagno di scuola, che informazione credete che possa avere a riguardo? Lei si ammala, punto. Nessuno viene offeso, né lei né la famiglia. Grazie Alessandro per non essertici soffermato troppo.
Bene, riflettiamo sul fatto che l'autore è un insegnate.
E scrive sgrammaticato..
Scrive sgrammaticato?!?!?!
La storia ce la racconta un ragazzo di sedici anni che ci dice che studiare non gli piace tanto, lo evita quando può. Dice di non conoscere i congiuntivi. Ma li studierà. E quelli sono giusti.
Mi sembra il linguaggio perfetto se vediamo il libro come un testo rivolto ai liceali. Non so se ve lo ricordate ma ai lieceali Manzoni, Dante e compagnia bella non piacciono tanto.
Preferiscono chi parla come loro, per questo ascolano il rap (adesso, anni per fortuna non c'era). O leggono D'Avenia. E magari lo capiscono pure.
E se il libro fosse rivolto agli adulti?
Eh sì, sono tutti laureati in lettere, fanno parte dell'accademia della Crusca e parlano come Dante, Mazoni, Carducci e Montale messi assieme! Ma perfavore!
La gente parla "normale". In Italia, in particolare, in pochi beccano il tempo e il modo verbali giusti! (Che tragedia!)
Se c'è una cosa che non mi piace sono gli autori che tentano di elevare la loro prosa con un linguaggio "alto" che poi risulta solo finto e pesante.
Il linguaggio giusto è quello dell'epoca in cui viene scritto. (Jane Austen, per esempio, non era più brava degli autori contemporanei, nel suo tempo quello era il linguaggio comune, non è una scrittura alta, era normale parlare così.)
Poteva l'autore aggiungere qualche pagina invece di accordarsi con l'editore e aggiungere spazi bianchi nella pagine? Sì, poteva. A me non avrebbe dato fastidio. Io non sopporto i capitoli troppo brevi (neppure quelli troppo lunghi) ma in questo caso li ho trovati più che adatti.
La trama.. della trama mi frega poco, una storia, nulla di più. Un po' banale con una malattia trita e ritrita usata nelle storie per far piangere la gente (io per quello non ho pianto).
Come l'Insegnate suggerisce agli studenti, leggete dietro e tra le righe, non fermatevi alla storia.
Ho pensato di essere una liceale e leggere questa storia: Cazzo! Ti da un bella svegliata! E poi, ti piace, ti coinvolge.. Ti fa pensare: ah, ma allora non sono io quello strano, quello diverso.
Ma sono arrivata in ritardo e al liceo non l'ho letto. Ma ho ritrovato tra queste pagine quello che io ho detto (e scritto) ad una mia insegnate (meritevole come il Sognatore).
Gli insegnati dovrebbero insegnare rispettivamente matematica, italiano, storia eccetara e, per esprerienza (diretta e indiretta) mi pare che non ci riescano poi molto ultimamente. Ma non è solo questo che dovrebbero insegnare. Ed è forse per colpa di quel qualcosa, oltre alle informazioni sulla materia, che quando manca non permette l'apprendimento della materia stessa.
Un insegnate al liceo si trova davanti ad un gruppo di persone che vivono l'età peggiore per essere studenti. La mente è elastica e pronta ad assorbire ma agli adolescenti non frega niente. Si pensa ad altro. Ci sono mille cose più interessanti per un adolescente. Sembra che nulla di quello che ti stanno insegnado potrà mai serviti (com'è che pare che tutti, finita la scuola, se lo siano dimenticato?!) ma... NON È VERO!
Ci sono la musica, i film, le ragazze, i ragazzi, i libri "stupidi", i libri "trasgressivi", i problemi che ci autocreiamo e che sembrano insormontabili, la moda, l'abbigliamento, i capelli, il trucco, la discoteca, le feste.. continuo?
Quindi questi poveri insegnati si trovano davanti a questo branco di debosciati che non li ascoltano neppure sotto tortura.
Trovate-un-modo-per-farvi-ascoltare! Trovate-un-modo-per-farvi-ascoltare!
Non è compito vostro? Sì che lo è!
Voi dovete solo dare informazioni? Col cavolo!
Andate a fare i ricercatori o che so io se la pensate così.
Conoscere molto profondamante una materia è una cosa, saperla insegnare è un'altra. Purtoppo non sempre le due cose vanno di pari passo.
Nel momento in cui si forma in maniera quasi definitiva il carattere e l'istruzione di una pesona chi insegna se ne frega!
Il Sognatore è inventato?
Non lo è! Pochi, ma insegnati così ce ne sono.
Fanno fatica? Credo facciano una fatica immane ma vorrei chiedere loro di non mollare e provarci ancora e ancora.
Cosa ci insegna questo libro?
Che forse la cultura non è solo sapere la storia e l'italiano, è essere aperti, disponibili, aiutare gli altri. Bastano piccoli gesti, bastano piccole attenzioni.
Che un supplente può dare più di un insegnante di ruolo. Non perché sia migliore ma perché persumibilmente è all'inizio della carriera, è giovane, ha ancora voglia di metterci tutto se stesso. Ha ancora voglia di andare incontro ai ragazzi. Ha ancora voglia di ascoltare quello che hanno da dire. Ha voglia di aiutarli e di spronarli.
E aiutare anche solo uno su venti è un miracolo. Un traguardo. Una battaglia vinta.
Poi col tempo forse si perde la voglia, l'energia. Si prova, si prova e non si ottiene mai niente. Ci si scontra con programmi da rispettare, dai quali sarebbe meglio trasgredire e insegnare poco ma bene, ma non si può. Ci si scontra con genitori ottusi. Ci si scontra con uno stipendio basso per un lavoro che è fondamentale per i singoli per la società. E ci si scontra con allievi che hanno già deciso che dietro quella cattedrà ci sta uno sfigato. Con allievi che credono che quella cosa non gli servirà mai nella vita.
L'ho già fatto (direttamente), ci riprovo (indirettamente): se siete insegnati non perdete quella voglia o cercate di ritrovarla, magari leggendo questo libro. Per favore! Potete fare tanto! Potete salvare delle persone! Potete aiutarle! Per favore!
E, se siamo adolescenti, ci insegna che andare a scuola non è così male. Che la scuola non è fatta solo di libri, di lezioni e di professori. E che i professori non sono tutti degli sfigati.
Velato, quasi non si vede, ma non prendete in giro gli altri. Non potete sapere perché quel ragazzo era nel bagno delle femmine.
E ci ricorda che dovremmo vivere sempre appieno. Che quello che abbiamo è prezioso. Che può fuggire, svanire. Che dobbiamo dire quello che pensiamo quando lo pensiamo.
Ce lo ricorda in maniera diretta, con il linguaggio "sgrammativacato" che tutti sono in grado di comprendere. E sono sicura che "l'alta letterratura" lo fa meglio. Come anche la poesia. Peccato che poi la gente mentre lo legge si addormenta e quindi col cavolo che lo capisce!
Non leggo quasi mai i ringraziamenti, questa volta l'ho fatto e concordo pienamente con Alessandro: "dire grazie è ... forse il modo più felice di stare al mondo".
Grazie Alessandro per aver scritto questo libro. Spero che i ragazzi e gli insegnanti che lo leggono passino sopra al tuo linguaggio poco ricercato e riescano a capire il messaggio.
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5- Un'altra serie che, qualunque sia la vostra età, non potrete non amare
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The Giver - Il donatore
by
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The Giver - Il donatore by Lois Lowry
My rating: 5 of 5 stars
Una delle migliori distopie che ho letto. Il fatto che sia scritto per ragazzi dà un punto in più al libro: il messaggio arriva chiaro e inequivocabile, la storia fila che è un piacere, non ci sono digressioni inutili e la scrittura è super coinvolgente.
I temi trattati sono importanti, profondi, a volte spinosi. Ma è fatto in maniera magistrale.
Ultimamente leggendo libri distopici mi chiedo quanto sia fantascienza e quanto invece non sia già reale; quanto di quella società futura e immaginaria sia già visibile nella società contemporanea.
Questa distopia, invece, mi ha fatto un po' paura perché sembra che sia davvero l'unico modo per far sopravvivere l'uomo che non fa altro che distruggere il pianeta e i suoi simili. Perché questa è effettivamente una società che funziona molto molto bene e dove è impossibile rendersi conto che forse qualcosa non va. Ma quando il protagonista capisce quello che è stato eliminato, cancellato, escluso dalla vita dell'uomo si rende conto, e in qualche maniera ci spiega, quello che veramente rende la vita meravigliosa.
È un libro che consiglio assolutamente a tutti, giovani e meno giovani, ma credo che per i giovanissimi sarebbe meglio leggerlo in compagnia di un adulto.
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6- È una distopia, non un romanzo rosa.
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Hunger Games
by
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No, questo non è un romazo rosa e chi sceglie Katniss non ha nessuna importanza!
Questa è una distopia creata in maniera egregia.
Non può deludere perché c'è il fantascientifico, c'è il fantasy, c'è la storia d'amore, c'è l'avventura, c'è l'attualità, c'è instrospezione e ci sono sentimenti di tutti i tipi.
Hunger Games by Suzanne Collins
My rating: 5 of 5 stars
*Recensione sulla serie, i commenti sono validi per tutti i libri.*
Ero curiosa, molto, di leggere questa serie. Il successo, le recensioni e i commenti mi attraevano continuamente ma non trovavo mai il momento adatto per leggerla. Forse rimandavo per paura di una grossa delusione. Temevo che fosse sopravvalutata, temevo che mi smontasse l'opinione che ho sui film che mi erano piaciuti abbastanza. Temevo che tutta quell'azione, che riesce benissimo sullo schermo, non funzionasse sulla carta.
Non avrei dovuto temere niente e leggerla prima!
Bellissima! Tutta la serie è bellissima!!
Un distopia fatta bene!
[Ho rivisto i primi due film, visto il terzo per la prima volta e mi manca di vedere ancora il quarto. Ora che li posso paragonare ai libri posso dire che sono validissimi tutti. Ma devo anche dire che i libri li battono. Sulla carta c'è molta più interiorizzazione e molta più emozione.]
Ogni punto di questa storia è interessante e poi la trama funziona, è coinvolgente, ricca di azione.
I personaggi agiscono in maniera sensata, non ci sono eventi non spiegati o poco chiari. Ogni personaggio è ben delineato, coerente e spettacolare.
E se vogliamo parlare di personaggi femminili forti, beh: difficile trovarne uno migliore di Katniss!
E se vogliamo parlare di parità dei sessi questa è una vera bandiera!
Non so se l'abbiate notato ma.. c'è il tributo femmina e c'è il tributo maschio, tanto per sterminare equamente la popolazione, ma non si fa mai riferimento alla differenza di sesso. I favoriti sono favoriti perché provenienti da un certo distretto e con determinate capacità ma il sesso non influisce minimamente. Mai, e dico mai, ci sono frasi del tipo: "Ha vinto! Ed è una donna!" come se il fatto di essere donna rendesse la vittoria più importante perché più irraggiungibile (cosa che si basa sul presupposto che la donna sia inferiore e che pertanto denota la completa imparità tra i sesso) . Questa è parità dei sessi: non fare differenza! Ci sono, nel corso della storia, tante, tantissime, occasioni in cui avremmo potuto trovare quei classici commenti finti femministi che esaltano i risultati di Katniss attraverso il suo essere femmina. Fortunatamente non ne troviamo neppure uno neanche a cercarlo. E solo per questo il libro meriterebbe già 5*.
Prima della lettura avevo visto i primi due film, il primo lo ricordavo benissimo, il secondo un po' meno.
Il punto che, durante la visione, lasciava sempre qualche dubbio erano le "storie d'amore" di Katniss; non si capiva cosa provasse realmente per uno e per l'altro, cosa c'era realmente tra lei e Gale? E tra lei e Peeta? Di certo non è questo il centro della storia ma faceva appartire lei come una stupida ragazzina indecisa e toglieva così forza al personaggio.
Bene, sappiate che questo è un "errore" del regista o dello sceneggiatore o semplicemente per motivi tecnici non si è riuscito ad elaborarlo bene. Nel libro queste due storie parallele d'amore danno maggiore forza al personaggio e lo rendono estremamente vero e reale. La protagonista ci spiega che in tutto questo trambusto non è che riesca tanto a pensare a cottarelle e storielle d'amore. Ci fa capire il legame che si è creato, nel tempo, con uno e con l'altro. Lei per prima vorrebbe capire davvero cosa prova ma, mettendosi nei suoi panni, ci risulta palesa quanto possa essere difficile, in un momento del genere, comprendere appieno certi sentimenti.
Questo libro non è un romance, non esiste la parte romance! Si parla anche di Amore (vero amore) tra sorelle, tra genitori e figli, tra amici, tra possibili fidanzati. ANCHE è la parola chiave. Di certo non è il centro della storia e di certo sapere che sceglierà Katniss tra Peeta e Gale è assolutamente marginale.
La scrittura in prima persona ci aiuta ad entrare in contatto con Katniss e ad immedesimarci in lei. E qui salta all'occhio la bravura e l'onestà dell'autrice. I pensieri e le azioni di Katniss sono reali, veri, plausibili. Sentiamo l'ansia, la paura, l'indecisione, la forza e la determinazione che le permetteranno di sopravvivere.
Per quanto riguarda la parte distopica è elaborata estremamente bene. Mi azzarderei a dire che è la migliore che ho letto dopo 1984 (che io ho letto, non che sia stata scritta).
Mi è capitato di fare una riflessione durante la lettura. Leggevo e pensavo: ma chi mai guarderebbe un reality del genere? Chi potrebbe stare davanti al televisore a guardare dei ragazzini che si uccidono tra di loro?
Agli abitanti dei distretti la visione fa male ma contemporaneamente sono costretti a tifare per i loro figli e, pertanto, sperare che uccidano gli altri. Mentre a Capitol City è intrattenimento puro. Loro non sono emotivamente e direttamente coinvolti, per loro è un reality come un altro, solo più interessante. E io mi chiedevo: ma com'è possibile che gli piaccia?
Poi mi è capitato, proprio durante la lettura, di vedere una puntata del Grande Fratello (che quest'anno più che mai ha toccato livelli di una bassezza inaudita! Per quanto io sia irribediabilmente attratta e affascinata dalla follia della società moderna ad un certo punto ho dovuto spegnere.). I meccanismi di questo gioco, dalla prima edizione ad oggi, sono cambiati molto. Nasceva, secondo me, come un interessantissimo esperimento sociologico in cui la chiave stava nel fatto che questi soggetti, che tra loro non si conoscevano, venivano isolati dal mondo. Poi il pubblico ha chiesto altro. E gli autori glie l'hanno dato. Ma il pubblico non si accontenta mai, vuole sempre di più. E gli autori hanno risposto.
Spesso, sovrappensiero (da tenere conto che mentre guardo questo immondo programma che offende l'intelligenza umana, stiro, mi faccio le unghie, cucio...), ho detto la frase: prima o poi gli piazzeranno un coltello o qualche altra arma davanti nella speranza che si uccidano tra loro!
Sì, perché i "meccanismi del gioco" sono fatti apposta per scatenare i concorrenti uno contro l'altro e, ad ogni edizione, ad ogni puntata, ho sempre più l'impressione che lo scopo sia di vedere il sangue che scorre.
Quanto Capitol City è lontano dall'America dell'imminente futuro? Quanto ci manca ad avere gli Hunger Gande Fratello Games?
Così come la moda, lo stile e gli abitanti di Capitol City fanno tanto ridere e sembrano tanto diversi, quanto sono in realtà diversi dal moderno modello americano in universale espansione? E quanto sono sempre più uguali i paesi tecnologicamente meno progrediti dai distretti?
Noi abitanti dei paesi "evoluti" in costante "progesso" (progresso tecnologico ma non di certo umano) coi capelli ogni stagione di colori diversi, con la faccia tatuata, consumisti fino al midollo in adorazione di Capitol American City, incapaci di produrre ma istruiti a consumare, dipendenti dall'elettricità e dalla produzione industriale, non ci sconvogliamo più per niente. Il linguaggio scurrile, una volta abolito dalla televisine, non fa più alcun effetto. Il sesso, una volta censurato, poi estremamente trasgressivo e attraente e poi di gran moda, ora non è più nemmeno interessante. Ora è di moda la violenza, verbale, senza censure. Reality e talk show, in cui tutti si professano contro la violenza, sono zeppi di gente che litiga, si urla addosso e si azzuffa. Non si azzuffano da soli? Nessun problema: gli autori dei programmi fanno in modo che lo facciano! E insistono, non demordono, fino a che non ci sono sangue e lacrime. E poi ecco le scuse pronunciate a richiesta per lasciare spazio ad una nuova battaglia. Gli autori dei programmi non sono dei cattivoni, sono commercianti che rispondono alle richieste di mercato.
Pertanto, dal chiedermi, sconvolta, chi mai guarderebbe un reality così?, sono passata al chiedermi: quanto ci manca per avere anche noi i nostri Hunger Games?
Una serie spettacolare da leggere tutta di seguito e che consiglio a tutti, dai più giovani ai meno giovani. Azione, amore, distopia, modernità, realtà, amicizia, senso dell'onore, senso del dovere.. Quali siano i vostri gusti non può non piacere!
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6 bis(bonus) - Scontato... chi non si è già sentito consigliare questo libro?
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1984
by
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My rating: 5 of 5 stars
Preoccupata che fosse una lettura noiosa è pesante ho rimandato e rimandato..
Ora posso affermare che è uno dei migliori libri mai letti!
Lo consiglio assolutamente a tutti e consiglio soprattutto di leggerlo con calma e soffermarsi a riflettere su quanto ci vuol comunicare l'autore!
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7- io sono messaggero
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Io sono il messaggero
by
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My rating: 5 of 5 stars
Ho letto recensioni di ogni tipo su questo libro.
Io dico che è diventato uno dei miei preferiti in assoluto.
Non mi importa assolutamente niente che la storia scaturisce da un evento un po' improbabile e il fatto che il tutto sia così ben organizzato e orchestrato mi pare alquanto difficile.
Ma non importa.
Il messaggio che lascia questo libro per me è l'unica cosa che conta.
Quel semplice spirito umano che mi pare si perda sempre di più ogni giorno lo ritroviamo racchiuso dentro queste pagine. Dovrebbe farci riflette su come possiamo migliorare la giornata, se non addirittura la vita di una persona regalandole una scatola di scarpe vuota, delle luci di Natale o impegnando poco del nostro tempo, alcune parole e qualche sorriso.
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8- il lupo di wall street
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Il lupo di Wall Street
by
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Il lupo di Wall Street by Jordan Belfort
My rating: 5 of 5 stars
Se il massimo è 5*, questo libro ne merita lamento 6 o 7!!
Jordaaaaan?? Che cavolo stai facendo?? Smetti e mettiti a scrivere altro! Inventa, ruba storie in giro, scrivi la lista della spesa, non importa cosa! ;)
La trama.. la trama, cavolo! Non ci si crede sia vera. È una follia completa, e lui se ne rende ben conto (magari non subito..), ma è talmente folle che diventa completamente logica!
Ma oltre alla storia, che merita, è la narrazione che porta questo libro al TOP!! Non ricordo di aver mai riso tanto leggendo un libro. E non è stato solo per gli eventi, assolutamente. È per come lui li racconta!
Ho solo un appunto da fare: nei ringraziamenti Jordan cita la sua sua editor che ha trasformato il suo manoscritto da 1200 pagine in un libro di 600.. Ora, editor, premesso che hai fatto un lavoro egregio: perché ci hai privati di ben 600 pagine di follia e risate!!?!?!?!? ;)
E con questo il mio podio di libri che rileggerei all'infinito è completo!
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9- lolita
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Lolita
by
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My rating: 5 of 5 stars
Semplicemente Meraviglioso!!
Come tanti ho visto il film che mi è sempre piaciuto molto e quindi ho deciso di leggere il libro..
Ed ecco il classico esempio di: ho visto il film quindi non leggo il libro. NO!!
Anche se si conosce la storia quello che si trova, si scopre e si assapora tra queste pagine è molto, molto di più. Sono rimasta stregata dalla scrittura di Nabokov che tenta anche, a volte, ad annoiare eppure non ci riesce mai. Oltre ad apprezzare la storia ci ritroveremo ad amare ogni singolo personaggio e ogni sua piccola sfaccettatura. Ameremo la macchina su cui viaggiano, le comparse e i vestiti di Lolita.
Uno dei migliori libri che abbia mai letto!!
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10- zoo Berlino
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Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino
by
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