Perché leggere?

Perché leggere un libro?

E perché no?

Solitamente la motivazione è: non ho tempo. Ma sappiamo benissimo che è una scusa. L'ora, o più, passata a giocare a Candy Crush potrebbe essere tranquillamente dedicata, almeno in parte alla lettura.
La seconda motivazione è: non mi interessa.
E su questo non posso che essere d'accordo!
Neanche a me interessano i saggi sulla politica. Infatti leggo romanzi!
È ovviamente una scusa anche questa. Ci sono troppi generi lettari, troppi autori per ogni genere e troppi libri per ogni autore per cui una persona non riesca a trovare uno che lo interessi.

La risposta, molto spesso, è: perché è faticoso!

È vero, leggere è faticoso. È molto più faticoso che vedere un film.
Infatti, se parliamo di Harry Potter, Hunger Games, Il grand Gatsby eccetera eccetera, alla domanda: l'hai letto? La risposta è: no, ho visto il film.
Bravi! Vedere i film è un'ottima cosa. Per esempio io adoro paragonare i libri ai film che ne sono stati tratti: non decretare il migliore, ma coglierne le differenze o semplicemente vedere la stessa storia da due punti di vista differenti in due maniere differenti.

L'"errore" nella risposta <<No, ho visto il film.>> presuppone che lo scopo della lettura o della visione sia scoprire il finale, sapere come finisce la storia. Ma non è questo lo scopo, che stiamo vedendo un film o leggendo un libro.
Di certo, per un thriller o un giallo, arrivare alla fine e scoprire chi è il colpevole è di certo la parte più intrigante, più accattivante dell'intera "esperienza", ma anche il quel caso, non c'è solo quello.
Tra le pagine apprezzeremo lo stile di scrittura, ci affezioneremo o odieremo i personaggi, per esempio; mentre sullo schermo verremo ammaliati dalle musiche, catturati dalla scenografia e ameremo o odieremo il regista.

Leggere un libro o vedere un film, che abbiamo anche la stessa trama, gli stessi personaggi e che siano interpretazioni della stessa storia, saranno sempre e comunque due esperienze diverse.
La più banale, la più lampante differenza è che il film dura due ore, nel frattempo possiamo pensare a tutt'altro e, una volta finito, passiamo rapidamente ad altro.
La stessa storia, in un libro, dura più di due ore, probabilmente giorni, se non addirittura settimane. E in tutto questo tempo, nelle pause che noi facciamo, inevitabilmente la nostra mente, almeno qualche volta, tornerà alla storia che stiamo leggendo. Siamo soggetti attivi nella storia.
Non possiamo leggere e pensare a tutt'altro (o meglio, possiamo, ma non stiamo leggendo, stiamo scorrendo lo sguardo su delle lettere).
Ed è proprio la fatica che facciamo, per leggere e che non facciamo per vedere un film, che ci permetterà di assimilare in maniera diversa quella storia.
Un film più "scivolarci addosso" molto più facilmente di un libro.

Davanti allo schermo siamo infatti spettatori mentre, davanti ad un libro, ci ritroviamo attori.
Basta pensare che, quando un autore descrive un personaggio, potrebbe dire che è un uomo, giovane, con un fisico asciutto, gli occhi azzurri, i capelli chiari che tendono al biondo e dei tratti ben definiti. Sono sicura che l'immagine mentale che si creerà, per quanto simile, sarà per ognuno diversa. Per quanto un autore sia bravo e preciso, non può darci una fotografia del personaggio, starà a noi crearla e, inevitabilmente, ci metteremo "del nostro".
Diverso invece nel film dove qualcuno al posto nostro ha ingaggiato un attore che interpreti quel personaggio. Noi a quel punto vedremo Leonardo Di Caprio e, senza alcuna fatica, lo prenderemo per buono e avremo, senza alcuno sforzo, la fotografia del personaggio.
Io sono una grande fan del "non fare fatica"! Ma, in fondo, con la vostra fantasia, non avreste potuto fare di meglio? Vi va proprio bene quello come personaggio?
Un "bello" lo potevate immaginare più bello, o ancora meglio, bello come piace a voi. Un cattivo poteva essere più cattivo, quella che per voi è l'immagine del cattivo. Ed è così anche per la casa che viene descritta, il paesaggio, tutto quanto insomma. Se "ve lo fate da soli" di certo rispecchierà meglio i vostri gusti.

E poi c'è la questione dei tempi. In un film voi siete schiavi dei tempi del regista. Accelerate, rallentate e vi fermate assieme a lui. Non avete scampo.
Durante la lettura avete voi le redini in mano.
Se non resistete più dal sapere cosa succederà dopo potete accelerare. Se volete gustarvi la scena potete rallentare. Se volete prendervi una pausa e riflettere su cosa accadrà dopo, cosa sceglierà lui, chi sarà mai l'assassino, potete fermarvi. Sulla copertina del film c'è scritto: 120 minuti. Su quella del libro no. È una vostra scelta.




Leggere rende più intelligenti.


C'è questa leggenda metropolitana che gira come una trottola impazzita secondo cui leggere aiuterebbe, in qualche maniera, a rendere più intelligenti.

È vero? No!
Può essere vero? Assolutamente sì!

Ancora una volta dipende tutto da noi.

Leggere un libro a "cervello spento" non non rende più intelligenti ma rischia di fare l'effetto contrario.
Due, secondo me sono gli esempi lampanti, ma ce ne sono tantissimi alti.
I grandi classici e le amate/odiate 50 sfumature.
In entrambi i casi l'interruttore che ci spegne il cervello sono i preconcetti, le pre-opinioni, l'aver già giudicato prima ancora di sapere di cosa si parla, il basarsi su qualcosa che qualcun altro ha detto, la paura di andare contro le opinioni comuni o la poca voglia di fare uno sforzo per farsi un'opinione propria.

50 sfumature di grigio e i suoi seguiti. Questi libri, scritti non troppo bene (per essere buoni), hanno avuto un riscontro pazzesco e hanno, almeno apparentemente, spaccato l'opinione in due.
Premetto che li ho letti tutti e 4 (anche quella schifezza commerciale di Gray che ho trovato pessimo sotto ogni punto di vista ma una trovata geniale da parte dell'editore e dell'autrice che hanno avuto la possibilità di incassare senza fare il minimo sforzo) e che mi sono piaciuti (i primi tre, anzi 2, il terzo è proprio strascicato in nome del dio denaro) per anomali motivi (non ho pensato: Oh, spero di incontrare Christian!) e che sto ora rileggendo in inglese (a verità è che l'ho cominciato ma l'ho anche abbastanza abbandonato perché ci sono un sacco di altre cose da leggere). Per quanto il mio approccio alla lingua inglese sia piuttosto recente, non servono grosse nozioni per capire che è scritto male e che, in questo caso, secondo me, il traduttore italiano ha fatto un gran bel lavoro.
In ogni caso questa saga ha fatto uscire dal fondo delle librerie la letteratura erotica (ok, definirla letteratura è eccessivo ma prendiamolo per buono).


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