Titolo: Lascia che accada
Titolo originale: Puddle Jumping
Autore: Amber L. Johnson
1° pubblicazione: 2014
Numero pagine: poche ma comunque troppo
Non fatevi ingannare dalla copertina, è molto bella, ma è l'unica cosa bella.
E' una storia d'amore di grande intensità tra una ragazza, Lily, e un suo coetaneo, Colton, affetto da autismo: si conoscono da ragazzini, si rivedono al liceo, si piacciono subito.
Ma ben presto lei si rende conto che è alquanto complicato comunicare con lui: il ragazzo vive in un suo universo nel quale "gli altri" faticano a entrare, e non riesce a comunicare agli altri i suoi pensieri e i suoi sentimenti. Neppure quel fortissimo sentimento d'amore che prova per lei.
Il libro racconta il percorso di avvicinamento tra questi due ragazzi, il loro lento aprirsi l'uno all'altro, la fatica di lei ad accettare, e infine amare profondamente quel suo modo apparentemente inaccessibile, eppure profondo, di legarsi a lei.
Una sorta di "educazione sentimentale", un romanzo di formazione adolescenziale, senza tabù come solo gli autori americani sanno raccontare.
Esplicito, sincero ma sempre delicato, anche nelle struggenti descrizioni del contatto fisico tra i due ragazzi, che si cercano, si desiderano, e lentamente si aprono anche al sesso.
Titolo originale: Puddle Jumping
Autore: Amber L. Johnson
1° pubblicazione: 2014
Numero pagine: poche ma comunque troppo
Non fatevi ingannare dalla copertina, è molto bella, ma è l'unica cosa bella.
Trama: (presunzione della casa editrice che doveva pur inventasi qualcosa per vendere ste pagine)
E' una storia d'amore di grande intensità tra una ragazza, Lily, e un suo coetaneo, Colton, affetto da autismo: si conoscono da ragazzini, si rivedono al liceo, si piacciono subito.
Ma ben presto lei si rende conto che è alquanto complicato comunicare con lui: il ragazzo vive in un suo universo nel quale "gli altri" faticano a entrare, e non riesce a comunicare agli altri i suoi pensieri e i suoi sentimenti. Neppure quel fortissimo sentimento d'amore che prova per lei.
Il libro racconta il percorso di avvicinamento tra questi due ragazzi, il loro lento aprirsi l'uno all'altro, la fatica di lei ad accettare, e infine amare profondamente quel suo modo apparentemente inaccessibile, eppure profondo, di legarsi a lei.
Una sorta di "educazione sentimentale", un romanzo di formazione adolescenziale, senza tabù come solo gli autori americani sanno raccontare.
Esplicito, sincero ma sempre delicato, anche nelle struggenti descrizioni del contatto fisico tra i due ragazzi, che si cercano, si desiderano, e lentamente si aprono anche al sesso.
La mia opinione:
⭐️
(perché se ne metti zero, su Goodreads, sembra che non ti sia espresso)
🔞🆘🚫❌⚠️♻️🤮💩🤬😤☠️👎🏼👮🏼♀️👩🏼🚒👩🏼⚖️🙅🏼♀️
🤗 Grazie
(perché se ne metti zero, su Goodreads, sembra che non ti sia espresso)
🔞🆘🚫❌⚠️♻️🤮💩🤬😤☠️👎🏼👮🏼♀️👩🏼🚒👩🏼⚖️🙅🏼♀️
Contiene Spoiler!!! Praticamente vi racconto tutto il libro così evitate di comprarlo e di dar soldi ad un “autrice” e ad una casa editrice che hanno diffuso informazioni sbagliate e malsane.
In assoluto uno dei peggiori libri mai letti.
Questo libro è pericoloso e malsano! ❌🚫⚠️ 🤢
Una cosa vorrei dire all’ “autrice”: scrivi di quello che sai.
Perché scegliere di “scrivere” un “libro” su un ragazzo Asperger quando di Asperger non si sa nulla?!
Perché va di moda? Perché così venderai un sacco di copie?
Anche i fantasy vendono. Anche i gialli. Però bisogna scriverli bene… che peccato. 🤷🏼♀️
Vorrei sapere cosa ne pensano gli Asperger che l’hanno letto. Vorrei sapere se sono andati a tirare uova marce all’autrice. Se sono rimasti schifati (io si). Se si sono incazzati come non mai.
Cara “autrice”: l’autismo NON è mortale! (Non è neppure contagioso. Lo dico perché dopo la lettura di questo libro potreste allontanare le persone autistiche come fareste con i lebbrosi.) La leucemia (e la lebbra) lo è (mortale), se non la curi, muori. L’autismo no.
Questo libro fa seriamente schifo 💩 (e non uso la parola in modo casuale) per i contenuti.
Sto scrivendo una recensione piuttosto lunga commentando quasi ogni singola frase di questo "libro" perché, secondo me, tutte le frasi che non sono discriminatorie nei confronti degli autistici, lo sono verso le ragazze e verso altre categorie. Non si salva niente se non la copertina che è stupenda.
Ho letto anche molte recensioni entusiastiche di persone che di Asperger non sapevano nulla e ora sono tanto contente 😃 perché hanno imparato tanto e ora sanno che gli autistici non possono amare ma che, in fondo, sono uguali agli altri. ❌
Tanto per chiarire: ci sono diverse forme e livelli di autismo. Nei casi più gravi può seriamente limitare la vita di una persona, in particolare quando sono presenti anche disturbi o patologie psichiche o fisiche.
Non è questo il caso. Anzi, in questo caso la caratterizzazione dei personaggi non esiste, quindi non potremmo dire se il protagonista ha la sindrome di Asperger. Ce lo dice l’autrice e il lettore è costretto a crederci.
Partendo da questo presupposto TUTTE le informazioni ℹ️ su: autismo, sindrome di Asperger, neurotipicità, relazioni interpersonali, relazioni sentimentali, relazioni sessuali (in particolare tra giovanissimi), posizione sociale della donna sono SBAGLIATE ⚠️!!
Per di più la trama non esiste: I due protagonisti si conoscevano da piccoli e poi per tanti anni non si sono mai visti (abitano vicinissimo). Lei, quando lo rivede, si innamora di lui in due minuti e mezzo senza alcun motivo. (Tra l’altro lui è molto bello.) Lui è sempre stato innamorato di lei (e questo mi pare assurdo perché lui è un ragazzo intelligente). Decidono di stare assieme. Non fanno nulla assieme però è tutto bellissimo. La storia tra loro sembra finire perché lui accetta un lavoro al museo d’arte (la sua passione) e a lei non sta bene. Poi risolvono la cosa ma sembra di nuovo tutto finito perché lui si trasferisce in Inghilterra per seguire la sua passione. La fine fa schifo come il resto e lei pare che vada a stare con lui in Inghilterra mollando gli studi (chi li finanzia non si sa).
La scrittura lascia molto a desiderare.
La caratterizzazione dei personaggi… 😫🙄
Lui ha la sindrome di Asperger, e quindi siamo apposto e non occorre dire altro.
Lei è stupida, piena di pregiudizi, egoista e misera.
Tutti gli altri personaggi sono figure senza senso tranne la mamma di lui.
La mamma di lui è una persona abietta.
Partiamo dicendo che la protagonista non è innamorata del povero sventurato. Lei prova pietà. Infatti non sarà mai la sua fidanzata ma la sua infermiera 👩🏽⚕️.
Lui, per come risulta il suo personaggio nel libro, è un ragazzo intelligente e sensibile. Quindi dovrebbe piantarla e dirle che lui non deve essere guarito e che non ha bisogno di una badante. Perché non lo fa? Perché l’autrice, che lo descrive come intelligente e sensibile, sa anche che è autistico e pertanto è un demente che non prova amore e che ha bisogno di una badante (capite perché questo libro fa schifo!?!?!❓❗️⁉️).
La madre di questo povero ragazzo (la cui unica sventura è essere circondato da persone orride) lo tratta come un povero invalido. È buffo perché il ragazzo va benissimo a scuola, è un artista 👨🏼🎨 ed espone e vende i suoi quadri. In più è bello, sensibile e intelligente.
La madre, tra le righe ma non troppo, “assume” a titolo di volontaria la stupida ragazza per fare una sorta di terapia al suo povero figlio demente. Terapia che consiste nel fare uscite in luoghi che a lui non interessato e beh, insomma, potrebbe anche fargli provare il sesso (rasentiamo l’istigazione alla prostituzione ⚠️🔞).
La cosa era già cominciata quando i due erano bambini: la madre di lui, che all’epoca aveva 9 anni, aveva infatti assunto lei, di 10 anni, per fargli da baby sitter. Ora, non lo so, ma vi pare che uno di 10 anni fa da tutore a uno di 9!?! ⁉️
Al che, la cretina, mentre “controlla” lui, si fa colpire da un fulmine e per disgrazia sopravvive perché lui la salva.
Addirittura la stupida riesce a capirlo: “Conobbi Colton con la scusa di fare da babysitter ad alcuni ragazzini della chiesa. Ma tutte le volte che arrivavo a casa sua, eravamo solamente noi due. Iniziai a chiedermi perché venissi pagata per passare del tempo con lui.”
I genitori sono chiaramente da denuncia perché lasciano il figlio di 9 anni con una bambina di 10 che non bada né al loro figlio né a se stessa. Capita continuamente che lei fa cose stupide, si fa male, e lui chiama aiuto.
Lui: 👱🏼♂️
È assurdo perché anche il personaggio di lui cambia tra prima che lei sapesse del suo autismo e dopo la grande scoperta. Prima lui è “normale”, un po’ sulle sue ma nulla di che. Dopo diventa autistico, non ti guarda, non parla, rispetta insomma tutti gli stereotipi del ragazzo autistico.
Perché lui è uno stereotipo vivente. Non ha una sua identità, è copiato da una lista di caratteristiche che potete trovare in un articolo molto superficiale sull’autismo (stranamente non conta le carte o gli stuzzicadenti quando cadono a terra) (e, quando l’autrice è sovrappensiero o non controlla la lista, lui è un tipo assolutamente “normale).
Ora, può anche essere che l’autrice odi i “diversi” 🌈. Tutti. E gli autistici in particolare. Può essere. Io non lo condivido 🤷🏼♀️ ma ognuno può avere la sua opinione.
Leggendo i ringraziamenti non si direbbe, però. E spero che la pubblicazione su libri che fomentano la discriminazione (di ogni genere) vengano bloccati ⛔️.
Quello che non capisco è che tra le persone ringraziate dall’autrice c’è una persona autistica che sembra l’abbia aiutata nella stesura di questo libricino.
Mi rendo conto che persone come Michael Jackson, per esempio, che era tanto carino nero ha voluto diventare bianco. Mi rendo conto che ci sono tanti transessuali che nascono con un sesso ma non è il loro. Quindi posso anche capire che ci siano degli Asperger che vorrebbero essere neurotipici (io non lo capisco ma rispetto tutte le opinioni). Questa persona però, a primo acchito, non mi pare che schifi il suo autismo, anzi. E quindi non capisco come possa anche solo accettare di veder il suo nome stampato su queste pagine.
Cito alcune delle frasi 📝 “migliori” di questo “capolavoro” che credo non abbiano neppure bisogno di un commento (a volte non riuscirò ad astenermi dal commentare).
Sono in ordine di apparizione e non sembrano assurde perché decontestualizzate. Vi assicuro che in mezzo al resto fanno ancora più rabbrividire 😱!
“Tenevo in mano un volantino che conteneva il minor numero di informazioni che potessi recuperare, eppure non riuscivo a trovare conferme per convalidarle. Quando ci eravamo conosciuti era un ragazzino normale. Com’era possibile che fosse in qualche modo diverso?
Ora ho le idee più chiare. Non sono più così ingenua. Ma a quei tempi non volevo approfondire. Mi sentivo semplicemente attratta da lui e volevo conoscerlo meglio. Svelare il suo segreto tutto da sola.
A volte penso che la verità ci stia di fronte ma non ci crediamo. Vediamo le cose come vogliamo vederle. A volte scegliamo di vivere nel rifiuto.”
“Ero così confusa. Perché Sawyer Grant, dio del football, era nella stessa classe di Colton? Al momento non arrivai a capire che forse era come lui.
Ovviamente ora so che non era così.
Ora so che è dislessico e fa fatica a studiare nelle classi normali.”
“Dire che rimasi scioccata è come dire che ai ragazzi piace toccare le tette.
Un eufemismo.
Ognuno di loro sembrava a posto.”
Qui parla sempre della classe “speciale” di alcuni ragazzi con difficoltà particolari, tendenzialmente lievi tipo DSA non tanto pesanti. Forse qualcuno credeva che una persona un po’ dislessica fosse verde, squamoso, con due teste, puzzolente, ovviamente ritardato e pericoloso.
"Perché non tutti i ragazzi che stanno in quelle classi sono degli stereotipi.
Alcuni ci vanno solo una o due volte al giorno.
Alcuni ci stanno tutto il giorno.
Alcuni, come avrei imparato, ci vanno per scelta.”
“Ora, sono abbastanza sicura che fossi l’unica, al mio tavolo, a sapere che Sawyer era nelle Risorse con gli altri ragazzi e fu per questo che mi stupii nel vederlo andare verso il tavolo con la fidanzata, Quinn, come se fosse la cosa più naturale del mondo.”
Non è naturale per un dislessico avere una fidanzata e andare al tavolo con lei. 🆘
“Dunque, essere una ragazza alle superiori è già abbastanza dura. In più, il fatto di avere il compito “maschile” di chiedere a qualcuno di uscire mi stava facendo implodere la testa. E non stava per niente bene.”
L’anno della prima pubblicazione del “libro” è il 2014.
“Andai a casa immediatamente e cercai su Google tutto quello che c’era sull’Asperger.
Dio santo. La quantità di informazioni disponibili è così assurda. Non riuscivo a capire cosa mi fosse utile. Mentre Colton possedeva alcune delle qualità e caratteristiche elencate nell’intera gamma, non sembrava però possederle tutte e, sinceramente, mi sentii subito stanca e confusa. Mi fece venir voglia di appoggiare la testa e piangere perché rappresentava un vero mistero per me.”
Sì, per favore!!! Se non sei uno stereotipo ambulante 🧟♂️, per favore, vedi di morire sotto un treno 🚆!
“Una cosa era certa: avrei fatto di tutto per diventare la persona di cui aveva bisogno. Ne valeva la pena, anche dopo un solo giorno.”
Forse la gravità di questa affermazione non è lampante (magari e avete tra i 12 e 18 anni non lo è per niente).
Allora… NO❗️ Non dovete diventare la persona di cui lui ha bisogno. Se già lo siete buon per voi. Voi siete voi, potete miglior rvi, se vi va, per voi stesse. Se a lui così non piacete 👋🏼😛!
“Perché finalmente riuscivo ad avere un barlume di chi fosse Colton.”
Non conoscendo Colton, parlandoci, uscendoci assieme, ma dopo aver cercato su internet.
“Era un tragitto così corto che non volli più chiedergli nulla dei suoi dipinti per paura di doverlo poi fermare al parcheggio, ma secondo le mie ricerche, qualunque altra domanda avrebbe ottenuto risposte monosillabiche.
Per esempio: “Ti piace la musica?” avrebbe avuto come risposta un “sì”, e questo era quanto.
Era un momento talmente stressante, che non riuscivo a far smettere le mie mani di tremare sul volante, e alla fine mi convinsi che il silenzio era probabilmente la cosa migliore perché si abituasse a viaggiare con me.
A esser completamente sinceri, non sono una grande guidatrice, sapete.”
“Mi ringraziò e mi salutò mentre scendeva dalla macchina, affermando che mi avrebbe chiamata alle otto.”
“Più o meno, stetti lì a fissare il telefono per due ore, chiedendomi se il satellite fosse morto, o se avessi improvvisamente sviluppato uno spazio senza campo nella mia camera da letto.
Non era nessuno dei due casi. Colton doveva semplicemente finire i suoi rituali della sera. Qualunque accenno di normalità l’avrebbe fatto uscire dalla sua area sicura.
Ma telefonò davvero. Chiamò alle otto precise.”
Lui le dice, senza mezzi termini, che la chiamerà 📲 alle otto. Non è difficile capire cosa vuol dire. Per ragioni ignote lei si aspetta che chiami per tutta la sera e il povero malato non lo fa perché deve fare i suoi rituali da suonato🤕. Ma alle otto ⏱, come deciso, la chiama. L’autistico è proprio una persona strana che fa quello che dice, mentre il neurotipico (o meglio la nostra cretina demente identificata come neurotipica) è apposto perché si aspetta qualcosa di diverso da quello che è stato deciso.
“Quella sera capii che era solo un altro diciassettenne, che era oltretutto molto intelligente, e che voleva essere semplicemente trattato come un ragazzo normale.”
Nessuno di noi sa perché questa cretina abbia pensato che non fosse così.
“Quella sera parlammo di musica, e mi accorsi che in pratica avevamo gli stessi gusti, a parte il fatto che gli piaceva un sacco la musica classica, cosa che faticai a comprendere a un certo punto. C’erano alcune cose che il mio cervello proprio non accettava.”
No, dico, lui sarà pure autistico ma quella con grosse difficoltà che andrebbe aiutata è lei!
“Gli piaceva l’architettura e, ovviamente, amava l’arte.”
“He liked architecture, and of course, he loved art.” (Chi l’ha tradotto non ha colpa.)
L’architettura è arte. Noi sappiano che con arte l’autrice intende pittura. Come possiamo aspettarci che una che pensa che l’arte sia pittura (e che tutti gli altri artisti 🎭 si sotterrino, per favore!!!) sappia qualcosa dell’autismo?
“«Ma hai paura che… di cosa? Che la gente ti prenda in giro e vuoi il mio parere su come gestire la situazione?».
Suonava così squallido, davvero. Volevo che Colton fosse considerato non solo per il suo handicap, ma non sapevo come fare.”
E qui l’autrice ci conferma che aver difficoltà a far amicizia è un handicap! Brava!!!
“«Qualcuno dei tuoi amici sa che Sawyer è in quella classe? Perché io non ne avevo idea prima di vederlo. E se sì, come lo trattano? E tu? Come fai a far capire a loro che non è così diverso?».”
Stai chiedendo come mai sia possibile che le persone che vogliono bene a Sawyer 💗 lo apprezzano anche se è nella classe dei deficienti (perché è questo che pensi). Anche se è un “diverso”? Per fortuna che non è anche nero 👱🏿♂️ altrimenti potremmo pure sparargli!!! (Non vi fa sentire male 🤢 tutto questo? A me si!)
“Annuì leggermente e si appoggiò sui gomiti per esaminarmi. «È più carino di Joseph. Ma è strano, Lilly».
«Non è strano. Semplicemente non è uguale a te. Ma, diciamocelo, neppure io. Mi piacerebbe metterlo a suo agio vicino a te e a qualche altra persona, lo aiuterebbe davvero tanto a uscire dal suo guscio e vedresti quanto è incredibile, proprio come lo vedo io».
Quando finii la frase mi sembrò che avesse capito. E mi ricordò il motivo per cui eravamo amiche da tanto.
«Allora domani dopo la scuola portalo alla vendita di dolci per beneficenza. Forse gli piacerà aiutarci a fare cupcake e biscotti? Sarà un’attività sociale, te lo prometto».
Mi si sciolse il cuore: mi stava capendo e supportando. Le gettai le braccia al collo, buttandola sul letto. La ringraziai mille volte mentre nella mia testa facevo progetti per proporre a Colton di uscire con noi il giorno seguente.”
“Insomma, avrei potuto chiederglielo, con il risultato di ricevere un “no” immediato come risposta, per poi vederlo andare a casa a svolgere le sue solite attività, come ogni sera. Oppure, avrei potuto dirgli di venire, dando l’impressione che lo stessi costringendo.
Quando arrivai davanti a casa sua, la mattina seguente, ero a pezzi.”
“... decisi di confessarle</i> (alla madre di lui) <i>che pensavo di chiedere a Colton di fermarsi dopo la scuola per la vendita di dolci di beneficienza. All’inizio sembrò scioccata, e quasi un po’ preoccupata.
«Potrebbe non piacergli, Lilly. Sii pronta a dovertene andartene. In fretta».
Ero abbastanza sicura di capire. «Lo so. Voglio solo che lui possa fare altre cose oltre alla lezione di socializzazione e alla pittura dopo la scuola. Ha detto che voleva farsi qualche amico…».”
“«Colton?». La voce mi tremava. Mi odiai, ma continuai. «Harper mi ha chiesto di portarti con me a lavorare su alcune cose per la vendita di dolci per beneficienza, oggi dopo la scuola. Tua mamma ha detto che va bene». Mi fissava. «Vuoi venire con me?».
Annuì. Decise che ne aveva voglia. Per me era abbastanza.”
Il demente ha preso una decisione da solo, senza supporto psichiatrico! Sto per piangere!!!!
“Non sapevo neppure se tenersi per mano gli piacesse.
Era così frustrante non sapere quello che stava pensando.”
Perché non glie lo chiedi?
In un momento che non c’entra nulla si trova la frase citata in copertina: “Con un leggero sospiro mi strinse la mano ancora più forte. «Vorrei che fossi come me».
Il mio respiro uscì tutto all’istante dal mio corpo chiedendogli perché.
Il suo sguardo si spostò di nuovo sul mio viso prima di fermarsi sui capelli, dicendo esattamente ciò che stava pensando. «Perché allora capiresti».”
Capiresti cosa? Perché pensava che stesse ridendo di lui? Sul serio?!
“Furono quelle parole che mi fecero innamorare di lui. Proprio lì, in quel momento. Perché avrebbe voluto che fossi come lui. Quella era la sua normalità.”
Brutta demente, per ognuno la sua normalità è la sua normalità!
“...fece solo ridere ancora più forte la signora Neely perché suo figlio, quello a cui avevano diagnosticato una qualche malattia, era in grado di articolare frasi eloquenti, mentre io non riuscivo nemmeno a muovere le labbra in maniera sensata.”
Ecco appunto!!
“Ero sconvolta perché sapevo che tra me e Colton stava nascendo qualcosa di meraviglioso e non ero sicura di come l’avrebbero presa i suoi genitori. C’era sempre la remota probabilità che l’avessero già capito. Di certo non stavo per tirar fuori il biglietto da visita con su scritto “Vergine Certificata”, ma avrei quasi voluto farlo per tranquillizzarli sul fatto che io rimanessi da sola con loro figlio.”
“La cosa pazzesca della scuola era che più tempo passavo con lui, più aumentava il numero di persone che iniziava a vederlo per davvero. Specialmente le ragazze. Perché, diciamocelo, un ragazzo carino è un ragazzo carino, che sia così diverso oppure no. Questo gli rese le cose più facili alle altre lezioni, perché la gente iniziò a essere più cordiale con lui. Ma rese le cose ancor più difficili per me, perché continuavo a chiedermi se la loro compagnia e le loro conversazioni fossero più piacevoli delle mie.”
Quale relazione c’è tra il tempo che le trascorre con lui e il numero di persone che lo vede davvero?
Le ragazze! Quindi a nessuno frega chi è, lo guardano solo perché è carino. Bel messaggio!
E BEL messaggio: che sia diverso oppure no!!!
Ma in che mondo viviamo!!! Se uno è diverso 🌈, tanto o poco, va EMARGINATO!!!
Sembra che sia diventato carino mentre prima era un mostro… boh, io non capisco.
La stupida voleva farlo “integrare” ma non appena la cosa inizia a funzionare la sua possessività le impedisce di gioirne. Bello!
“Ed ero dolorosamente consapevole della mia magrezza e della definizione di “ragazza nella media dagli occhi e dai capelli castani”.
Quindi lui è un mostro perché è diverso e tu ti senti da meno perché sei normale!?
“Ma quando Colton mi parlava o mi guardava, mi sentivo speciale. Più carina di quanto mi fossi mai sentita.
Quindi anche le altre troiette della scuola se ne sarebbero accorte. Immaginavo lo sapessero, dato che ci tenevamo per mano tutto il tempo, arrivavamo e tornavamo sempre insieme, andavamo insieme a lezione, e a pranzo mangiavamo insieme: io e Colton eravamo, ecco… insieme.”
Le altre troiette significa: le altre troiette oltre a me. Ok.
Non ho capito di cosa si sono accorte, che sei più carina? Non lo sei, tu ti vedi così.
Che state assieme? Non state assieme, avete cominciato a parlarvi sporadicamente. E soprattutto: che te ne frega!?!?
“Amici che si tengono per mano?” si chiede la nostra eroina cretina.
No! Ma quando mai!! Già guardare nella direzione della fanciulla 👗 fa intendere qualcosa, figurasi raccoglierle il fazzoletto o, acciderboli, sfiorarle la mano guantata 🧤!!
“Era migliorato nell’intervenire a pranzo con piccoli commenti che ci coglievano tutti impreparati.
Spontaneamente.”
Questi alieni 👽 che parlano senza che gli altri siano pronti è inaccettabile!!
”Tutto a un tratto le ragazze iniziarono a venire al nostro tavolo, senza capire bene le reazioni o i silenzi di Colton.”
Quali reazioni? Che parla? Come un umano? Ma mi pare incredibile!! 😱
“Ricevemmo l’annuncio del ballo della scuola, quello in cui le femmine scelgono il partner. All’improvviso la metà delle ragazze si mise a piangere per l’idea di chiedere a un tizio di uscire, (le neurotipiche, non autistiche) mentre l’altra metà si mise a fare liste.”
Che nel 2014 (anno di pubblicazione) una femmina chieda ad un maschio di uscire è assurdo!!! Inaccettabile!!! Ma cos’è!! Siamo matti?? Non dovrebbero lavare il pavimento in silenzio!!
“Ben tre ragazze avevano espresso la loro intenzione di invitarlo.
Ora, dovete ricordare che ero l’unica ad aver passato un numero spropositato di ore da sola con lui. Con la sua famiglia. Imparando le sue reazioni. Quindi, avevo decisamente un po’ di vantaggio in quell’area.”
Quale area? L’area 51? Sì perché, se non vi era chiaro, Colton è un alieno stupido, non un ragazzo umano, quindi se non sei ferrato sulle sue reazioni per lui non esisti.
“Come quella pazza furiosa in Kill Bill, vedevo le ragazze avvicinarsi a lui da ogni direzione, nello stesso momento, in una sorta di gara contro il tempo per aggiudicarselo per prime.”
L’autistico emarginato che nessuno voleva e tutti deridevano è ora diventato il premio 🏆 della corsa. Aggiudicarselo. Aggiudicarselo (get him first, nell’originale).
Ragazzine (nel senso di molto giovani) che leggete questa schifezza: i ragazzi, come le ragazze, non sono oggetti, hanno dei sentimenti (so che sembra assurdo), delle opinioni, dei pensieri (e non solo quello). Si possono conquistare, non aggiudicarseli.
“Colton?», gli strinsi la mano con forza e lo girai con le spalle verso l’armadietto, (non lo toccava fino a due pagine fa perché si sa che non si toccano gli autistici) concentrando la sua attenzione solo sul mio volto. «Voglio chiederti una cosa». Lui annuì. «Portami al ballo il prossimo weekend»(ricordate che la ragazza doveva invitare il ragazzo?).
Piegò la testa da un lato con un’espressione accigliata. «Lilly, non era formulata come una domanda. Una domanda è una richiesta che termina con un punto interrogativo. Quella che hai appena pronunciato era un’affermazione».”
E poi il deficiente sarebbe lui!
Non è che non capisce le cose perché è autistico e prende le cose alla lettera (questo era l’intento dell’autrice), è proprio una questione grammaticale e linguistica. Se non avesse capito cosa voleva l’avrebbe guardata con occhi vacui, invece l’ha capito, quindi, cara autrice, non passa lui da scemo come tu volevi.
Stanno per andare al ballo 💃🏼🕺🏽 e lui va a casa a prenderla.
“mio padre gli lanciava occhiate maliziose” perché è autistico. Il padre di una ragazza adolescente, quando il ragazzo adolescente va a prenderla per portarla al ballo della scuola, lo guarda con fare minaccioso👨🏽✈️, sempre, da quando mondo è mondo! Questa è discriminazione, cazzo!
“Colton … non smise mai di guardarmi.” ed è molto strano perché fino a mezza pagina prima evitava il contatto visivo 👀 come ogni autistico che si rispetti.
“Ora, se fosse stato qualunque altro ragazzo, gli avrei dato un pugno. Da qualche parte. In volto. Sul braccio. Nelle palle. Ma era Colton ed era brutalmente sincero su tutto e non aveva filtri… ”
E la discriminazione continua!! Non lo colpisce (oltre al fatto che non ne avrebbe avuto motivo) non perché è lui, ovviamente, ma perché è un povero mostro autistico e lei, che è tanto buona, non fa del male ai suoi inferiori.
“Non mi passò mai per la testa che la gente pensasse certe cose di Colton. Per esempio, se non lo conoscevano e lui si comportava in modo un po’ strano o rude, comparivano facce amareggiate o di compatimento. Oppure, se si distraeva facilmente con qualcosa che catturava la sua attenzione, alcuni pensavano che li stesse ignorando.
Ma non appena veniva fatto notare che il suo cervello funzionava in maniera diversa, lo accettavano; dopo di che era tutto un: «Oh, Colton è un ragazzo splendido. È solo un po’ diverso. Non ti guarda negli occhi e ti stritola quando ti abbraccia».”
Io non so se ho voglia di commentare questa cosa perché mi fa davvero schifo.
Credo solo che chiunque, autistico o no, non vorrebbe avere attorno gente del genere.
“A Colton non importavano queste cose. A lui interessavano l’arte e le nuove amicizie. Una parte del suo cervello gli permetteva di fare ciò che voleva, senza avere l’impressione di far qualcosa di sbagliato. Non c’erano regole quando si trattava delle sue passioni. E lo invidiavo.
Più di qualunque altra cosa, avrei voluto prendere i suoi colori e, indossando solo la mia biancheria intima, stare nella stanza di pittura e gettare secchi di vernice sulle tele solo per creare nuove sfumature di colore che non erano state ancora inventate.
Ma non lo feci.
Perché non fa parte di me.”
Io mi chiedo quale editore possa aver accettato a pubblicare una cosa del genere!!
“Probabilmente non sarebbe mai stato interessato alle cose che piacevano a me, ma se io fossi riuscita a camminare sul suo stesso territorio, allora avremmo avuto una possibilità. Ne ero sicura.”
Ragazzi, per favore, questo non è amore, questa è follia e sociopatia. Se una persona dice di essere innamorata di voi e fa così: scappate, più veloce che potete senza guardarvi indietro.
“Indossai un vestito nuovo comprato con i soldi che mi diede mia madre. Presi scarpe nuove, mi acconciai i capelli, e misi addirittura un po’ più di trucco rispetto al solito. Feci tutto questo perché mi avrebbero vista in pubblico con Colton e volevo presentarmi al meglio.”
“... una ragazza con cui Colton aveva chattato su un forum sull’Asperger, come gli era stato indicato dal suo insegnante di socializzazione.
Ancora una volta il mio cuore si sentì fragile e inutile, comprendevo che tutte le mie buone intenzioni erano vane se volevo solo provare a conoscere ciò che piaceva a Colton e ciò che detestava. La realtà era che Talia ci arrivava. Probabilmente comprendeva il modo in cui Colton pensava. Comprendeva perfettamente i suoi stati d’animo.
Perché era come lui.
E, per la prima volta, desiderai esserlo anch’io.”
Qua ho quasi vomitato. 🤢🤮
Talia probabilmente ci arriva perché, a differenza tua, è intelligente! Brutta cretina, tutte le persone sono diverse!! Era come lui un cazzo!!
Protagonista e “autrice”: una delle prime informazioni sull’autismo e sulla sindrome di Asperger che potete trovare è che ognuno è diverso. Esattamente come i neurotipici❗️ Ognuno è diverso!!!
Il manifesto nazista era meno discriminatorio. Io sono schifata! 👮🏼♀️
“Il viaggio di ritorno fu una tortura.
Nella maggior parte delle relazioni puoi dire all’altro: Chi era quella? Quanto ci hai parlato? Vuoi stare con lei? Ma non era il nostro caso. Il non potermi chiarire con lui mi faceva stare malissimo.”
Voglio capire perché.
Ancora se fosse sordo mi rendo conto che guidare e usare il linguaggio dei segni può essere scomodo e pericoloso. Anche se fosse in coma mi rendo conto che la comunicazione sarebbe complessa. Al limite anche se fosse cinese e tu ucraina, non conoscendo la lingua dell’altro ci sarebbero state delle difficoltà.
Perché? Perché non vi potete chiarire? Perché non puoi fargli le domande? Eh? Perché?
Questo è quello che la madre di lui dice a lei: “Allora lascia che te lo dica io da parte sua, visto che lui non può». Un accenno di sorriso. «Eppure», mi strinse dolcemente la mano, ricordandomi suo figlio, «parla di te in continuazione».”
Strega, perché lui non può dirlo? Non ha problemi di mutismo selettivo, quando ha qualcosa da dire la dice. Perché non può, cazzo? Ah già, è autistico! 🙃🧐🙄
“Tu sei la ragione per cui ha voluto andare a scuola. Non ti ha mai dimenticata. E pensava che ti avrebbe rivista se si fosse iscritto al tuo istituto».
Non aveva molto senso, in realtà. Venire a scuola voleva dire mettersi nella condizione di essere preso in giro ed essere ansioso. Perché avrebbe voluto tutto ciò?”
Giusto!! Li vogliamo rinchiudere questi autistici una buona volta!!! Ma dai, lasciarli così, liberi, in mezzo agli altri! Non ha molto senso!
Ancora la madre: “Voglio che la gente lo veda per quello che è. Tutto ciò che ho sempre voluto per lui è di avere una parvenza di infanzia normale, una vita normale.”
Ricordiamo che ha qualche problema a socializzare (cosa che tra l’altro gli interessa poco perché, fosse per lui, starebbe tutto il giorno a dipingere), non è senza braccia, senza gambe, muto, cieco, sordo, con un rene solo, il cuore debole e il fegato atrofizzato. In queste condizione come massima ambizione una parvenza di vita normale sarebbe davvero un bel risultato.
Lei si è intrufolata di nascosto in casa di lui e sono nella sua stanza a baciarsi: “Devo andare prima che i tuoi genitori si alzino…».
«Capisco».
Forse capiva davvero, ma il mio cuore no. Avrei voluto stare con lui.”
Forse capiva davvero… io non credo. Insomma, è autistico, no? Come fa a capire le cose?
<i>“Non avrei lasciato che l’opinione di qualche medico mi proibisse di avere il tipo di rapporto che entrambi meritavamo.”</i>
L’”opinione” del medico è che il ragazzo ha un diversità neurologia, cosa che non gli ipedisce di vivere da essere umano, che è. Stupida!
La parte sessuale 🛏 💞 presente in queste pagine io mi rifiuto di trattarla. Non credo che tra i giovani e i giovanissimi ci sia così tanta disinformazione. Una volta dovevi leggere degli imbarazzanti manuali di educazione sessuale ora è tutto reperibile in internet. Né sanno, forse le cose sbagliate ma non al livello di questa ragazzina ignorante.
Arriva il giorno di San Valentino 💝 e : “... perché sapevo che a scuola sarebbe stata tutta un’esplosione di fiori e dolcetti, e io sarei stata la Gretchen Wieners di Mean Girls del giorno di San Valentino, seduta in classe mentre Glen Coco riceveva biscotti allo zucchero e garofani, e io no.
Non sono quel tipo di ragazza che si innamora ed è tutta eccitata per le cose da ragazza e vuole i fiori o dichiarazioni d’amore in pubblico. Ma… forse con Colton volevo davvero quelle cose.
Perché pensavo di non poterle avere.
Mi stavo facendo forza per resistere.”
Posso, di grazia, sapere perché è scontato che un ragazzo Aspie non faccia regali di San Valentino? Perché è troppo intelligente per dar adito ad una festa puramente commerciale?
“Immaginatevi quanto fui sorpresa e mi sentii in colpa quando quella mattina bussai alla porta e lui arrivò con un mazzo di fiori di campo. [...] «Questi sono per te».
Insomma, era ovvio che li avesse comprati la signora Neely. Colton aveva l’aria di non avere la minima idea del perché me li stesse porgendo. Fare la corte e fare i complimenti erano le mie aree di competenza, non le sue, quindi non mi offesi.”
Perché era ovvio 😳!?!?! Perché non aveva idea del perché glie li avesse portati 😵?!?! Ah sì, è appena arrivato da Marte!
La madre di lui: “«Sei la benvenuta se vuoi tornare a vedere un film, se ti va. Anche io e Rick usciremo per cena, ma la nostra prenotazione non è prima delle otto. Faremo tardi».
Ed eccola lì. Come se mi stesse dicendo, senza dirmelo, che avremmo avuto la casa tutta per noi per un po’.”
La scema: “Ed ero pressoché certa che avrei voluto andare fino in fondo con lui quella sera.
Nell’arco di una giornata era stato tutto deciso. Sarebbe successo.”
Ragazze: NO!! ❌ Niente è deciso. Succede. Quando volete voi.
Alla mostra d’arte (pittorica): “Cercavo di vedere chiaramente, come le vedeva lui, le cose che lo affascinavano.
A volte poteva essere così concentrato che era come se io facessi parte del sottofondo invece di essere lì al suo fianco, ma per me non era un problema.
Perché l’unica cosa che mi appassionava allo stesso modo… era lui.
Chiamatelo essere ossessivi, io lo chiamo essere devoti.”
Allora, secondo l’autrice, lui è ossessionato (in senso negativo) dalla pittura non perché è la sua passione ma perché è autistico mentre tu, che non hai un interesse nel mondo se non quello di perdere la verginità, sei devota.
Capite che i neurotipici fanno la figura dei deficienti!!! E pure gli autistici!! 🌈
“Quel pensiero non alleviò per nulla la mia frustrazione quando arrivò l’ora della prenotazione e Colton stava ancora parlando d’arte con una manciata di adulti che pendevano dalle sue labbra.
Cercai di interromperlo, ma non c’era modo.
Alla fine dovetti mettermi davanti a lui, sentendomi stupida e piccola, poco importante e immatura, per riferire che sarei andata al ristorante da sola e lo avrei aspettato là. Che è esattamente quello che feci. E mentre aspettavo, aspettavo e aspettavo che lui arrivasse al tavolo, realizzai che stavo trascorrendo la cena di San Valentino… da sola.”
Chi ama è felice nel vedere la persona che ama felice. Sei tu (che tre righe prima ti dichiaravi: DEVOTA) che hai preferito andare da sola al ristorante da sola invece che partecipare alla conversazione perché sei egoista, senza interessi, pedante, non innamorata e superficiale.
Dopo una pagina… “Non me ne importava nulla di ciò che era appena successo. Proprio così.
Lo amavo con un dolore fisico al petto.
L’amore? A volte è così grande che fa male.
Una volta tornati a casa sua, misi il cibo nel microonde: avremmo avuto bisogno di molte energie per ciò che avevo pianificato.
[...]
Ma il film? Il film (che a lui piace tantissimo) fu probabilmente la seconda cosa peggiore della serata.
[...] Fu solo a circa metà della cena che mi accorsi che il personaggio principale aveva l’Asperger.”
Tutto quello che piace a lui a lei fa schifo tanto che: “Posso spegnere…» suggerii, ma Colton scosse la testa, ipnotizzato.
«Vorrei vederlo fino alla fine».
Sentii che stavo trattenendo il fiato per tutto il tempo, lottando per fermare le lacrime, perché quella gente era più grande… e… non c’era un finale hollywoodiano. Solo la realtà. La realtà di amare qualcuno che potrebbe non essere mai in grado di amarti con la stessa intensità.
Ma Colton ne era capace, giusto? Noi eravamo diversi.”
E qua credo che possiamo partire con le denunce per diffamazione. 👮🏼♀️👩🏼⚖️
“Solo perché due persone in un film non ce l’hanno fatta a far funzionare il loro rapporto non vuol dire che sarebbe successo anche a noi. Non ero pronta ad arrendermi.”
Gli Asperger sono tutti uguali. Film, libri, realtà. Tutti. Non possono amare, si sa! 💔🤮
“Poi, la settimana seguente, mi sganciò un’altra bomba addosso: aveva trovato lavoro.
Il mio ragazzo aveva accettato. Così. Su due piedi. Il suo insegnante di socializzazione aveva parlato di lavoro e Colton non vedeva alcun problema. Era esattamente ciò che amava fare.
Ovviamente ne aveva parlato con i genitori, ma non con me. E lo odiavo, ma non c’era nulla che potessi fare a riguardo.”
Questo sì che è vero Amore!!! 😍
“Questo voleva dire che avevamo meno tempo per stare insieme, da soli, perché quei pochi minuti in macchina mentre andavamo e tornavamo da scuola erano sempre stati i nostri momenti speciali. E il pranzo non contava. Neppure le lezioni di inglese. Volevo stare da sola con lui.”
Giusto!! Lui è una brutta persona e un autistico ossessionato. Coltiva la sua passione invece che stare dieci minuti in macchina con lei nel tragitto scuola-casa.
“Lo stage fu quello che lo tirò davvero fuori dal guscio. Forse perché anche gli altri stagisti erano ragazzi. O forse perché poteva parlare d’arte tutto il giorno: mangiarla, respirarla, viverla.
Qualunque cosa fosse, ne ero felice. Non importava quanto mi mancasse. Questo era ciò che avevo voluto per lui fin dal primo giorno.”
Di cosa parli 🧐? Due pagine fa lo odiavi per lo stesso motivo.
Poi c’è una parte schifosa e diseducativa sulla loro prima volta.
Parlano di andare al ballo di fine anno. “Poggiando le nostre mani sul mio grembo mi fece la domanda più impegnativa che avessi mai sentito: «Lilly, ti piacerebbe se noi…».
Non lo ripeterò ora. Ma probabilmente avete capito. Più o meno si tratta della terza base. Okay, è probabilmente un fuoricampo.
[...]
«Che?». Credo sia stata questa la mia risposta eloquente.
«Insomma, siamo già parecchio… intimi». Sapevo bene cosa avessimo o non avessimo ancora fatto e non avrebbe dovuto cogliermi di sorpresa che lo proponesse, ma sentirglielo dire era tutta un’altra storia.
[...]
Non avevamo mai parlato molto di quella parte del nostro rapporto, era semplicemente successo, fisicamente, ma credo che sentendone parlare da due persone che lui considerava “neurotipiche” avesse attirato parecchio la sua attenzione sull’argomento.
[...]
«Ho già visto certe cose. Ma non sono del tutto sicuro di quale sia il punto però».
Quindi aveva guardato dei video.
Visto? Era un ragazzo come gli altri alla fin fine.”
Alla fin fine! TU hai pensato che fosse un marziano 👾!
“Lo amavo. Volevo farlo. Ma solo se lui voleva farlo.
Era lui che doveva volerlo. Per nessun’altra ragione al mondo se non che fosse lui a deciderlo.”
NO!!! Ragazzi, che siate neurotipici o neurodiversi dovete deciderlo assieme! Deve andare a tutti e due!! Cazzo!
“Quasi soffocai quando furono annunciati il re e la reginetta del ballo: vinsero Quinn e Sawyer, che presero le corone e si baciarono di fronte all’intero corpo studentesco. Significava qualcosa. Indipendentemente da chi fossero in classe, erano Quinn e Sawyer. Tutti li conoscevano. Erano le pari opportunità in tutti i sensi.”
I dislessici possono essere eletti re del ballo 👑! WOW! È una rivoluzione! Che apertura mentale 🤯! Non solo non è rinchiuso dietro le sbarre ma lo trattiamo come una persona! Che bello 😍!
Poi arriva una delle parti migliori. Anche qui il mio livello di incazzatura è salito alle stelle✨.
“Forse fu per quello che non prestai attenzione a quanto fosse vicino Blake e a come mi sfregava le mani lungo le braccia cercando di scaldarmi, mentre aspettava che la sua partner finisse la telefonata. [...]
Ma vidi il pugno di Colton prima che si schiantasse contro la mascella di Blake.
Con il senno di poi, avrei dovuto saperlo che, vedendomi con un altro, Colton sarebbe scattato. [...]
Colton assalì Blake gettandolo a terra, mentre l’altro cercava di respingerlo gridando insulti, intanto io urlavo a entrambi di fermarsi e cercavo di spiegare che Colton era diverso… cosa che non ho mai voluto dire prima in tutta la mia vita, ma Blake non poteva immaginarlo e io non gli avevo raccontato nulla del mio ragazzo. [...]
Per quanto imbarazzata… per quanto arrabbiata… per quanto so che avrei dovuto urlargli contro e andarmene via… non potevo.
Era il mio Colton.”
La violenza va bene ma non puoi assolutamente dare un cazzotto ad un autistico (senza occhiali 🤓) che ti attacca senza motivo. Insomma, sono persone alla pari, come gli altri! Non puoi discriminarlo picchiandolo. Lo devi discriminare senza picchiarlo quando se lo merita.
Tu, ragazza, non puoi prendere le parti del tuo ragazzo perché lo ami, puoi farlo se è diverso, che abbia torto o ragione.
La casa editrice ha autorizzato la pubblicazione di questo messaggio in una collana di libri per ragazzi.
“Quella fu la prima volta in cui persi la pazienza nel nostro rapporto. Non perché Colton fosse come fosse… è com’è… ma perché mi accorsi che se qualcuno di esterno fosse stato lì a guardare e non avesse saputo di noi, Colton sarebbe sembrato semplicemente un cattivo ragazzo.”
Hai perso la pazienza altre mille volte. E il giudizio degli altri è sempre la prima e più importante cosa di cui preoccuparsi.
Ogni adolescente avrebbe tirato un cazzotto al tipo che accarezza la sua ragazza ma Colton si comporta in maniera assurda perché, poverino, è malato.
Anzi, a dirla tutta, è molto strano che un ragazzo Aspie prenda a pugni qualcuno…
La parte che segue è ugualmente tragica. Non cito e commento tutte le frasi che mi hanno fatto incazzare perché la mia recensione diventerebbe ben più lunga del “libro”.
“Fu un tale orgoglio vedere il mio ragazzo diplomarsi di fronte a così tanta gente senza avere uno dei suoi “momenti”.”
Di cosa parli? Questo ragazzo non ha mai avuto nessun “momento” 🤬. Mai un meltdown, mai un tantrum, mai uno shutdown. L’autrice 😇 non sa cosa siano, quindi niente crisi per il nostro Aspie lieve lieve.
“Il fatto che avessimo dovuto stilare una lista di chi invitare in modo da limitare il numero le fece venire le lacrime agli occhi.
Lo ammetto… fece venire le lacrime agli occhi anche a me.”
Sì Colton, piango anche io 😭. Piango di rabbia 😡 perché, per la miseria! Devi invitare un sacco di gente di cui non ti importa nulla e a cui non importa nulla di te! Tutta la scuola, tutto il rione! Fanno così le persone normali!
Tu non sei normale, sei un caso umano che vuole passare un giorno speciale con persone per te speciali. Fai schifo 😈!
“Una grande notizia che mi avrebbe squarciato il petto e che mi avrebbe fatto crollare tutta la vita addosso come uno stupido castello di carte.
Era così compiaciuto. E perché no? In effetti era un bel traguardo. Non potevo negarlo. E parlò direttamente a me quando lo disse la prima volta ad alta voce.
[...]
“Colton, così felice e orgoglioso, aveva un gran sorriso, gli occhi rivolti a terra per un attimo prima di sollevarli, lo disse così, come meglio poté.
«Mi è stato offerto uno stage in Inghilterra tramite il museo».
“Il mio cuore si fermò per un attimo, mentre lo fissavo, ammutolita per lo shock.
«Salirò su un aereo per lasciare il paese il tredici di agosto alle nove di sera». Un altro sorriso. Applausi gioiosi e congratulazioni della folla di partecipanti.
A parte me.”
A parte te che lo ami tanto, tutti gli altri sono contenti che realizzi i suoi sogni.
“In quel momento, realizzai. Era tutto finito.
Avevamo pianificato di andare in scuole vicine così non sarebbe stato un problema. Avevamo fatto dei programmi insieme.”
Poi è lui quello che non può abbandonare la routine, quello che ad ogni piccolo cambiamento può impazzire.
“E da quel momento in poi, non era più mio. Nel giro di una settimana soltanto, sarebbe stato in un altro Paese. A sbocciare, a fare ciò che gli piaceva più di ogni altra cosa al mondo.”
[...]
“Avrebbe vissuto quella vita incredibile che i suoi genitori avevano sempre sognato per lui. Si sarebbe adattato bene al cambio di abitudini perché si trattava della sua passione. Il suo primo amore.”
Quello che i suoi genitori sognavano per lui, perché un autistico non ha aspirazioni, non è lui l’amante della pittura 👨🏼🎨, sono i suoi genitori.
“Da un certo punto di vista, fu stupido andarmene. Ma non riuscivo a prendere in considerazione nulla che non fosse il mio dolore.”
Ed è sempre lui quello che guarda solo se stesso e non si interessa di lei.
“Non mi ero messa con Colton per dipendere da lui. Non avevo pensato che, integrandomi così tanto nella sua vita, la mia intera esistenza sarebbe ruotata attorno a lui.
È così che va il primo amore, suppongo.”
NOOOOOOOOO! ☠️
Il primo, il secondo, il centesimo… si sta assieme per piacere. Nessuno si annulla ma ci si arricchisce a vicenda!
“Quando accostai davanti a casa mia e vidi la macchina di Sheila parcheggiata fuori, mille situazioni mi mulinarono in testa.
In una marciavo dentro casa e le chiedevo di far rimanere Colton. In un’altra continuavo a guidare ancora, e ancora, e ancora fino a che non finivo la benzina e dovevo trovarmi un lavoro come cameriera da qualche parte, tipo uno dei personaggi dei libri di Nicholas Sparks. In un’altra ancora schiantavo l’auto contro l’ingresso principale e miravo dritta alle sue ginocchia.
Credo di aver avuto un po’ di aggressività repressa nei suoi confronti e non me ne ero resa conto fino a quel momento.”
Sheila è la madre del povero sventurato. È lei che ha architettato tutto, lei ha deciso di mandare il figlio in Inghilterra sbattendosene della sua ragazza. Ricordiamo che un autistico non prendere decisioni autonomamente, non è in grado di farlo perché, in fondo, non ha sentimenti, passioni, interessi. 🆘
“Non ho mai pensato che la distanza sarebbe stata un problema».
Allora la vidi. La vera lei. Era, semplicemente, umana.
Con i suoi difetti. Sheila Neely non era un Super Genitore. Faceva del suo meglio come qualunque altra persona al mondo. L’avevo messa su un tale piedistallo che nella mia mente era difficile afferrare la verità.
Trovare le parole giuste non fu facile. Ci misi qualche minuto per formulare pensieri compiuti. «Ha dato fuori di matto?».
Annuì.
«Ha rotto delle cose. E tutto il resto?».
Di nuovo, annuì.”
I due ragazzi innamorati 💕 non si vedono da quando lui ha fatto l’annuncio della sua partenza 🛫 perché la signorina non si è più fatta vedere né sentire, non ha risposto nemmeno alla e-mail di lui. E sempre lei voleva che la dottoressa le prescrivesse valium o psicofarmaci.
“«Ha ragione. Ma se dovessi scegliere tra avere ciò che la gente stupida chiama una vita normale e una vita con Colton, sceglierei suo figlio ogni volta».”
Ragazzi, sta dicendo a voi 👊🏼, i neurotipici che scelgono neurotipici (la gente stupida).
Mentre lei ha scelto un diverso perché è buona e pia e fa le opere umanitarie anche se odia tutto quello che lui ama, anche se tutto quello che fa per lei è sempre un problema.
“Ciò che volevo era che mi vedesse, e stare con lui. Ciò che volevo era che lui mi dicesse che mi amava, a parole, e pensandolo davvero. Avevo bisogno di queste cose che erano fuori dalla mia portata, eppure ho continuato a sperarci.
Ed è successo.”
Quando mai un autistico può dire: Ti amo. Pensandolo davvero poi!
Questa è proprio una splendida fiaba d’amore 🧝🏻♀️🧝🏻♂️.
“Sarebbe sempre stato il ragazzo per cui ho lottato così duramente. Con una separazione di mezzo, non potevo essere certa che sarebbe rimasto lo stesso.”
Lui è innamorato di lei da quando aveva 9 anni e sono stati separati per 6-7 anni.
“Di solito la vita non scorre come avevamo sperato.
Più di qualunque altra cosa, voglio che sia felice. E forse, un giorno, lo sarò anch’io.”
Lui è vivo, sta andando a studiare un anno in Inghilterra nell’epoca di internet e degli aerei.
Lei è stata capace di abbandonarlo non appena lui ha annunciato di aver trovato il modo e la possibilità di seguire il suo sogno.
Poi fortunatamente il “libro” finisce!!
Come?
In maniera stupida, slegata e insensata come tutto il resto.
Il buon ragazzo se ne va, grazie alla moderna tecnologia i due continuano a sentirsi.
Lei è stata accettata nel College che aveva scelto.
Lui rientra per Natale e i genitori di lui, concordi con quelli di lei, le regalano il biglietto aereo per andare in Inghilterra assieme a lui.
“«Sul serio?». chiede lei.
Fu Colton a rispondere, la voce ferma e decisa. «Ti voglio con me, Lilly».
Fui accecata dalle lacrime. «Sei sicuro? Davvero? Ne sei certo?».
Non mi voleva con sé perché potessi assicurarmi che stesse bene. Per assicurarmi che mantenesse le sue abitudini e non si sentisse solo.
Mi voleva.”
L’informazione schifosamente sbagliata ❌ è che una persona autistica che ha delle abitudine/routine ferree non ha bisogno proprio di nessuno che si assicuri che le mantenga, anzi! Se mai, in casi di Asperger lieve lieve, la vicinanza di un partner romantico, un amico molto stretto o simili che aiuta a non sentire costantemente l’estremo bisogno di seguire una data ferrea schematicità può far bene. Non perché avere una routine sia sbagliato o malsano ma perché può precludere la possibilità di fare nuove esperienze (per esempio viaggi particolari, conoscenza con persone che normalmente non si conoscerebbero). Esperienze che uno vorrebbe fare ma che si auto preclude di fare. Questo succede a tutti, neurotipici e neurodiversi. Quante volte non si fa una cosa perché ci si è auto convinti che non ci interessa o non ci piace? Poi, a volte, provando, si scopre qualcosa di nuovo.
Quindi, leggendo questa frase da ogni angolatura possibile, è in ogni caso sbagliata. E ricordamo che questo dovrebbe essere un libro per ragazzi.
“Hollywood deve pur prendere i suoi finali sdolcinati da qualche parte.
[...]
I miei studi non saranno relegati tra le quattro mura di un edificio di mattoni mentre sto seduta su una sedia di plastica. Non più.
[...]
E non lo feci. Dissi di sì, perché il nostro amore non è diverso da quello di nessun altro. È nostro e questo è tutto ciò che conta.
È la storia vera di una ragazza che si innamora di un ragazzo.
Niente di più.
Niente di meno.
E non la vorrei in alcun modo diversa.”
Per favore, non commuovetevi. Non c’è nulla per cui commuoversi.
È schifoso che l’autrice, e pertanto pure la protagonista (e di conseguenza l’ignara giovane lettrice) abbia potuto pensare che una lieve, piccola, praticamente invisibile supposta neurodiversità, facesse in modo che una ragazza che si innamora di un ragazzo potesse essere qualcosa di più o qualcosa di meno.
🤗 Grazie
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